Trattato completo di ostetricia ... / di Alfonso Velpeau.

Velpeau, A. (Alfred), 1795-1867

Date:: 1835

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Credit: Trattato completo di ostetricia ... / di Alfonso Velpeau. Source: Wellcome Collection.

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eie di tenaglia quando è troppo grossa per attraver- sare il bacino; di maniera che egli aveva compreso l’indicazione che poi venne così felicemente soddisfat- ta da A. Baudelocque. Avicenna consacra inoltre i ca- pitoli dal i.° al 18.0 d’un primo trattato a ciò che riguarda la gravidanza e la generazione, ed i capi- toli i.° al 29.0 d’ un altro trattato alle varie specie di parto. Albucasi (i), così ardito pel suo tempo, nulla di- ce tuttavia che non si trovi negli autori greci e spe- cialmente in Aezio, che sembra essere la sua fonte favorita ; mentre che Avicenna pare abbia ricavato piuttosto da Paolo Egineta. Le sue cognizioni chirur- giche spiegano, per altra parte, la tendenza che egli manifesta per gli strumenti in parecchi passaggi dei suoi scritti, in cui si vede la figura di quattro spe- cie di pinzette, d’ un cacciatojo di legno, di due spa- tole taglienti, ec. Il caso da lui citato d’un feto usci- to a pezzi attraverso le pareti addominali si riferisce probabilmente al primo .esempio conosciuto di rottu- ra d’ utero. Rhazès (2), che praticava prima d’Avicenna e d’AI- bucasi: Serapione ed alcuni altri scrittori della stes- sa nazione, non contengono verun precetto che pri- ma d’essi non fosse conosciuto. III. Francesi—Guido di Chauliac (3), grande am- miratore degli Arabi, vuole che, se il feto è morto, la levatrice tenti d’ estrarlo colle mani, oppure che lo si tiri con uncini, tenaglie, intiero o a pezzi. Se, dopo usati i mezzi provocanti, la placenta non esce, egli vuole inoltre (4) che si raccomandi alla levatrice di portare la mano, spalm'ata di mucilaggine, nella matrice, e d’ afferrare dolcemente la secondina. Fino adesso l’arte ostetrica dunque si trova ri- dotta a principii incerti e male stabiliti. Nessuno si occupò ancora di farne un corpo di dottrina. Paolo Egineta e Moschion sembrano soli averlo incomin- ciato. Tutti i medici ne trattano, ma in utao o po- chi capitoli, nel corso delle loro opere e senza che alcuno abbia avuto il pensiero di formarne un ramo distinto della chirurgia. Bisogna avvertire per altro che la medicina allora non era separata, e che lo stesso individuo soleva esercitarne tutti i rami. C. Secolo XVI. I. Eucario Rhodion o Roesslin segna il principio d’un*altra epoca. Il suo libro prende data dal 1519, per quanto dice Osiander. Il sig. Busch (5) giunge perfino al i5o2. L’edizione latina (6) da me veduta è del i532, e Biennassis (7) ne diede una traduzione francese nel i536. Questa operetta venne accolta as- sai favorevolmente; essa contiene tuttavia quello sol- (1) Spach, Gynoecior. etc., p. 442-446. (2) Opera, edizione di Channing. Londra 1766. (3) Grand, chirurg. Rouen, 1649. p. 092. (4) Ibidem, p. 5g3. (5) Lehrbuch, etc., p. 754, n.° 1801. (6) De parta hominis; piccolo in 18. {7) Des divers travaux et enfantent, etc. in 12. (8) Oper. citato, foglio 29. (9) Oper. citato, verso 22. , (10) Ibid. foglio io. tanto che era stato detto da Ippocrate, Aezio, Paolo Egineta, Moschion ed Avicenna, di cui Rhodion par- la talvolta; ma non erano stati mai raccolti tanti pre- cetti in così picciolo volume, nè presentati in modo così chiaro, così facile ad essere compreso ed in un trattato distinto. Rhodion dà una figura della seg- giola per partorire (8), quella d’ un certo numero di posizioni del feto, e quella d’ un mostro bicefalo rassomigliante alla famosa Ritta-Cristina (9). Queste figure ed il suo linguaggio ordinario non permettono tuttavia di credere che egli avesse veduto altro che un picciolissimo numero di parti. Egli infatti raccon- ta 0 prescrive, ma non parla della sua esperienza personale; poi si resta sommamente meravigliati, ve- dendolo stabilire, dietro Albert (io), che la posizione occipito-sacra è la posizione ordinaria della testa nel parto per lo vertice. La meraviglia giunge a tal se- gno che volontieri se ne accuserebbe il traduttore, se osservando la figura non fosse mestieri attribuire questo strano errore all’ autore stesso. II. J. Rueff (11), che viene immediatamente dopo RhodioD, attinse alle stesse fonti di quest’ ultimo, se anche non lo copiò. Le tavole di questi due autori sono troppo esattamente rassomiglianti, perché cia- scuno d’essi le abbia immaginate separatamente. Rueff riprodusse inoltre le pinzette d’Avicenna e d’Albu- casi, dopo averle perfezionate sotto il nome di for- ceps longa et tersa, e di Rostrum anatis (12); forse egli è anche il primo che faccia menzione del trombo della vulva e della sua cura. La comparsa di queste due opere fu il segnale d’ una vera rivoluzione nel- l’arte ostetrica, che si trovò da quel momento sepa- rata dal grand’ albero medico col titolo di ramo par- ticolare; si diedero questi trattati per guida alle le- vatrici, le quali poterono gradatamente liberarsi dalle loro antiche pratiche viziose; ed i chirurghi non Sdegnarono più d’assistere la donna nel più sem- plice travaglio. III. Franco ( 13) e Pareo (14), che non tardarono a comparire, si sforzarono entrambi di provare che il parto per i piedi non è pericoloso e che, nelle male posizioni, conviene ricondurre il feto per questa parte anziché andare in traccia della testa. L’atto opera- tivo che risulta da tale dottrina è molto chiaramen- te espresso nel piccolo volume che Pareo pubblicò nel 1573. Egli lo riprodusse nella sua grande ope- ra ( 15), e finì col vederlo generalmente adottato. D. Secolo XVII. I. Guillemeau. La chirurgia aveva ricevuto un gran- de impulso, e 1’ arte ostetrica non poteva quindi ri- manere indietro. Guillemeau (16) si valse delle idee (11) De concept, et de generai, honiìn., etc. 1554; in Spach, p. 166-208. (12) Oper. citalo, lib. 3 ; o Spach, p. 179. (13) Traité des hernies, etc. i56o. (14) Manière d’extraire les enfans du ventre de leur mère. Paris, ib'j'i. ( 15)ZiZ>.24, cap. 13,5o. p. 69 5,729:0 Spach, p. 4o3,44a. ( 16) De la grossesse e de Vaccouchement des fem- mes-, Paris i598-i643j o Oeuvres complètes, in fo- lio; Rouen, 1649, p. 193, 488.