Trattato completo di ostetricia ... / di Alfonso Velpeau.

Velpeau, A. (Alfred), 1795-1867

Date:: 1835

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Credit: Trattato completo di ostetricia ... / di Alfonso Velpeau. Source: Wellcome Collection.

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spesso a pregare allo Spedale maggiore viciuo all’al- tare della Vergine, ove si vedeva dipinto un diavolo spaventevole, siasi sgravata d’ un bambino rassomi- gliante appunto al diavolo (i). Nello stesso modo che agli autori del secolo XVI. sarebbe stato mestieri aggiungere Roches, Bonaccio- lo, Silvio, Mercuriale, Montano, Rousset, Cordé, G. Bouclier, Mercato ed altri ancora, che si troveranno riuniti nella collezione di Spach, avrei dovuto par- lare di Fabrizio lldano, il quale, unitamente a sua moglie (2), praticava l’ostetricia; di Diemerbroeck (3), che ne tratta piuttosto lungamente ; di Gelée (4), il quale ne espone il meccanismo ; ma volli succinta- mente accennare quei soli che in modo tutto spe- ciale si dedicarono alla pratica di quest’ arte. Vili. Chamberlain. Mentre che tanti celebri uomi- ni brillavano in Francia, l’Inghilterra incominciava soltanto a prepararsi ai suoi ulteriori successi in que- sto genere. Nulla si aveva ancora imaginato dì plau- sibile per estrarre il feto vivente per la testa. I Cham- berlain dissero di possederne il mezzo. Uno d’ essi venne a Parigi per dimostrare la superiorità della sua pratica; ma non ottenendo il successo e l’accogli- mento che sperati aveva; eccitato avendo, d’altra par- te, per quanto si dice, l’invidia di Mauriceau, ritor- nò in patria senza aver fatto conoscere il suo secre- to,che probabilmente consisteva nel forcipe di cui si doveva ben presto occuparsi con tanto ardore. E. Secolo XVIII. — Pbimo periodo. L’ impulso dato alla scienza dal secolo XVII. creb- be ancor più nel XVIII., e seguendo in principio le stesse strade, i medesimi fondamenti, vale a dire le massime di Pareo e di Guillemèau, ampliate da Mau- riceau e da Peu, l’ostetricia fu non solo utilmente coltivata in Francia, ma anche in tutte le altre par- ti d’Europa. I. Francia. A Parigi, tre opere distinsero in particolar modo il principio di quest’epoca; quelle di P. Amand, di Dionis e di De la Motte. Queste tre opere riprodu- cono anche con sufficiente esattezza il piano e lo spirito delle tre ultime del secolo precedente. a. Iufatti, Amand (5) si colloca, per così dire, fra Viardel e Portai. I fatti eh’ egli racconta sulle diffe- renti specie di parto, sulle emorragie, sull’ imperfo- razione della vulva, sul rovesciamento della matrice, sopra altri argomenti d’ ostetricia, non lo condussero (1) Oper. citât, p. 4^9- (2) Observai, trad. de Bonet. p. 456, 494- (3) Anat.du corps hum. etc. t. 1. p. 284, 524. *• 2., p. 674, 676; trad. fr. i6g5. (4) Anal, française, i683, p. 3go, 392. (5) Nouvelles observât, sur la pratiq. des accou- chemens, etc. Parigi. 1713, 1715. (6) Traité général des accouchemens, etc. Par. 1718. (7) Ibid. p. 179. (8) Ibid. p. 209. (9) Ibid. p. 211. (10) Ibid. p. 246. (11) Ibid. p. 257. ad alcun desiderio di generalizzare, e la sua inven- zione principale è la specie di reticella che usava per estrarre la testa. b. Dionis (6) sembra piuttosto aver preso per mo- dello Peu. Di carattere allegro, motteggiatore anche benché benevolo, egli dommatizza in principal modo e scherza spesso molto piacevolmente. Per suo pare- re, le mole ed i falsi germi sono il risultamento di una concezione andata a vuoto, e non possono acca- dere che nelle donne maritate (7). Il letto del tra- vaglio non è inutile, che che ne dica Mauriceau (8). Si deve lavare il bambino con vino rosso (9), e non credere a quelli che dicono che di cento donne ve n’ha una sola cui sia necessario il soccorso (io). Cia- scun gemello avendo un sacco separato, non si deve temere, come insinua Mauriceau, di prendere il pie- de dell1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 uno per quello dell’altro (11). La fionda di Mauriceau è una bella invenzione d’applicazione im- possibile (12). Si dovrebbe punire coloro che ardiscono praticare l’operazione cesarea sulla donna viva (i3). Bisogna confessare tuttavia che Dionis quasi nulla scrisse di nuovo, e che il nome suo, e la forma sedu- cente del libro resero più servigio alla scienza che le idee proprie dell’ autore. c. De la Molte. Il successore o piuttosto il conti- nuatore naturale di Mauriceau è De la Motte (i4). Egli differisce dal suo modello, tuttavia, per la dol- cezza del carattere, ed in ciò eh’ egli non si perde in veruna dissertazione che non si riferisca al suo argomento, e che non sia appoggiata a gran numero d’osservazioni dedotte dalla sua propria pratica. Pie- no di buon senso e di prudenza, egli dà più dì fre- quente ottimi precetti. Il capitombolo del feto è una chimera (i5). I parti per le natiche e per i piedi sono naturali (16). I giri circolari del cordone sul collo ritardano 1’ uscita del feto (17). In qualunque maniera il feto si presenti, il parto è naturale se non richiede verun soccorso (18). Otturare la vagina per impedire al cordone di tornare ad uscire, è inuti- le (19). È vano parimenti respingere il braccio per giungere ai piedi (20). La matrice è più spessa nella gravidanza che nello stato di vacuità (21). Tuttavia, De la Motte, che prende spesso la difesa delle leva- trici contro Mauriceau e Peu, ne dice male anche egli qualche volta; ed in realtà, la sua dabbenaggi- ne è solo apparente. Perciò, parlando dei chirurghi della città, non esita a dire « che il feto presenti testa, braccia o gambe, che sia vivo o morto, un gior- no o due di travaglio è più che bastevole » per giu- stificare 1’ uso dei loro uncini (22). Più sotto, egli si ride di Peu (23) che considera la clitoride vale- (12) Ibid. p. 266. (13) Ibid. p. 311. (14) Traité complet des accouchemens, etc. in 4.® 1721. (15) Oper. citât, p. 119. (16) Ibid. p. 155, osservai. 79 a 84. (17) Ibid. p. 216, 222. (18) Ibid. p. 321. (19) Ibid. p. 4oo- (20) Ibid. p. 461. (21) Ibid. p. 835. (22) Oper. citât, p. 322. (23) Ibid. p. 388.